Gentili lettrici/lettori,

Desidero raccontarvi il perché e il percome mi sono appassionata alla fotografia analogica off camera (o cameraless, senza fotocamera).
Ad un certo punto del mio percorso digitale, a colori, fotografare il reale non mi entusiasmava più. Volevo fotografare non quello che già c’è, ma quello che penso.
Avrei potuto piazzarmi davanti ad un computer e lanciarmi in elaborazioni anche estreme di post-produzione, ma non mi interessava: cercavo qualcosa di più “materiale”.

Così ho deciso di rivolgermi alla fotografia analogica, in un certo senso ho fatto un percorso fotografico inverso in fotografia, e al bianco e nero. Avevo negli occhi i grandi fotografi del passato, Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, per non parlare di Mario Giacomelli con i suoi neri profondi e bianchi accecanti. Un giorno, nello studio del mio maestro di analogica, tra tanti libri, ho visto quello su Nino Migliori, grande fotografo bolognese: ho cominciato a sfogliarlo, finché non mi sono trovata davanti i lucigrammi! Un colpo di fulmine! una scossa per la creatività! Con un tratto di luce nero su sfondo grigio aveva disegnato un Cristo che sorgeva dal bordo inferiore di due pagine affiancate. Ho capito cosa volevo e, soprattutto, dovevo assolutamente fare: disegnare con la luce! Ma invece di limitarmi a disegnare, ho pensato immediatamente di costruire quello che desideravo esprimere, le scenografie, nei singoli elementi, di manipolare la materia e sperimentare gli effetti della luce su di essa. Sperimentare significa provare e riprovare, cambiando di volta in volta le variabili, finché non ottieni quello che hai in mente. Prima sotto la luce dell’ingranditore, da cui sono nati i filogrammi, i cellogrammi e i fotogrammi in genere, successivamente, sotto una fonte di luce puntiforme, i lucigrammi.

Sono due tecniche diverse che permettono di esprimere idee diverse. Con i lucigrammi, nel mio caso preferisco definirli luci-fotogrammi, ho potuto realizzare i sensi del volume e del movimento, meno evidenti sotto la luce dell’ingranditore. Gli effetti, nei luci-fotogrammi, dipendono dall’intensità e velocità di applicazione della luce e dalla distanza di essa dal foglio sensibile. Pertanto, dopo l’ideazione e la progettazione, occorre pre-visualizzare l’immagine e pre-visualizzare le caratteristiche della luce da applicare per ottenere una determinata immagine: in camera oscura, l’applicazione della luce dura pochi secondi, non di più! Devi avere, pertanto, già tutto in mente, ma l’aspetto emozionante è che, per quanto tu ci abbia messo progettazione e logica, ci sarà sempre un briciolo di imprevedibilità (“effetto spiritello”, lo chiamo), che il foglio di carta fotografica, ancora bianco, con l’immagine latente, quando immerso nella soluzione di sviluppo, lentamente svelerà.
Questa magia rende ogni opera unica e irriproducibile.

Sonia

Gentili lettrici/lettori,

Desidero raccontarvi il perché e il percome mi sono appassionata alla fotografia analogica off camera (o cameraless, senza fotocamera).
Ad un certo punto del mio percorso digitale, a colori, fotografare il reale non mi entusiasmava più. Volevo fotografare non quello che già c’è, ma quello che penso.
Avrei potuto piazzarmi davanti ad un computer e lanciarmi in elaborazioni anche estreme di post-produzione, ma non mi interessava: cercavo qualcosa di più “materiale”.

Così ho deciso di rivolgermi alla fotografia analogica, in un certo senso ho fatto un percorso fotografico inverso in fotografia, e al bianco e nero. Avevo negli occhi i grandi fotografi del passato, Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, per non parlare di Mario Giacomelli con i suoi neri profondi e bianchi accecanti. Un giorno, nello studio del mio maestro di analogica, tra tanti libri, ho visto quello su Nino Migliori, grande fotografo bolognese: ho cominciato a sfogliarlo, finché non mi sono trovata davanti i lucigrammi! Un colpo di fulmine! una scossa per la creatività! Con un tratto di luce nero su sfondo grigio aveva disegnato un Cristo che sorgeva dal bordo inferiore di due pagine affiancate. Ho capito cosa volevo e, soprattutto, dovevo assolutamente fare: disegnare con la luce! Ma invece di limitarmi a disegnare, ho pensato immediatamente di costruire quello che desideravo esprimere, le scenografie, nei singoli elementi, di manipolare la materia e sperimentare gli effetti della luce su di essa. Sperimentare significa provare e riprovare, cambiando di volta in volta le variabili, finché non ottieni quello che hai in mente. Prima sotto la luce dell’ingranditore, da cui sono nati i filogrammi, i cellogrammi e i fotogrammi in genere, successivamente, sotto una fonte di luce puntiforme, i lucigrammi.
Sono due tecniche diverse che permettono di esprimere idee diverse. Con i lucigrammi, nel mio caso preferisco definirli luci-fotogrammi, ho potuto realizzare i sensi del volume e del movimento, meno evidenti sotto la luce dell’ingranditore. Gli effetti, nei luci-fotogrammi, dipendono dall’intensità e velocità di applicazione della luce e dalla distanza di essa dal foglio sensibile. Pertanto, dopo l’ideazione e la progettazione, occorre pre-visualizzare l’immagine e pre-visualizzare le caratteristiche della luce da applicare per ottenere una determinata immagine: in camera oscura, l’applicazione della luce dura pochi secondi, non di più!

Devi avere, pertanto, già tutto in mente, ma l’aspetto emozionante è che, per quanto tu ci abbia messo progettazione e logica, ci sarà sempre un briciolo di imprevedibilità (“effetto spiritello”, lo chiamo), che il foglio di carta fotografica, ancora bianco, con l’immagine latente, quando immerso nella soluzione di sviluppo, lentamente svelerà. Questa magia rende ogni opera unica e irriproducibile.

Sonia

Dear Readers,

I would like to tell you why I got into analogue off-camera photography (without camera).

At a certain point in my digital colour journey, photographing reality was no longer excited me. I wanted to photograph not what already exist but what I think.

I could have sat in front of a computer and launched myself into even extreme post-production processing, but I was not interested, I was looking for something more “material”.

So, I decided to turn to analogue photography, in a way I took a reverse path in photography, and black and white. I had great photographers of the past in my eyes, like Henri-Cartier Bresson, Robert Capa, not forgetting Mario Giacomelli, with his deep blacks and blinding whites.

One day in my analogue photography teacher’s studio, among many books, I saw one by Nino Migliori, a great international photographer from Bologna. I started leafing through it, until I found the lucigrammi in front of me! A thunderbolt! A jolt for creativity! With a stroke of light, black on a grey background, he had drawn a Christ rising from the bottom edge of two facing pages. I realized what I wanted and, above all, absolutely had to do: draw with light! But instead of just drawing, I immediately thought of building what I wanted to express, the sets, in the individual elements, manipulating the materials such as paper, cardboard, cellophane, wood and wire, and experimenting with the effects of light on it. Experimenting means trying and trying again, changing variables from time to time, until you get what you have in mind: first under the fixed light of the enlarger, from which the filogrammi (with iron wire composition), cellogrammi (with cellophane composition) and fotogrammi in general originated, then under a point light source from which the lucigrammi.

They are two different techniques that allow different ideas to be expressed. With the lucigrammi, I prefer to call them luci-fotogrammi, I was able to realise the effects of volume and movement, which are less evident under the light of the enlarger. The effects in luci-fotogrammi depend on the intensity and speed at which the light is applied and the distance of the light from the sensitive paper. Therefore, after conception and design, it is necessary to pre-visualize the characteristics of the light to be applied in order to obtain a given image: in the darkroom the application of light lasts a few second, no more! I personally perform, in the silence of my darkroom, all stages of the process, including printing. It is necessary to already have everything in mind, but the exciting aspect is that no matter how much planning and logic I put into it, there will always be a bit of unpredictability (I call it the “spiritello“  spirit effect) which the still blank sheet of photographic paper with the latent image when immersed in the developing solution will slowly reveal.

This magic makes each work unique and irreproducible.

Sonia

Have I intrigued you? You can find a list of my personal off-camera analogue photography exhibitions and art group exhibitions, in the menu.

Liebe Leserinnen und Leser,

Ich möchte Ihnen erzählen, warum ich mich für die analoge Fotografie ohne Kamera begeistert habe.

An einem bestimmten Punkt meiner Erfahrung mit der digitalen Farbfotografie begeisterte mich das Fotografieren der Realität nicht mehr. Ich wollte nicht das fotografieren, was bereits existierte, sondern das, was ich denke.

Ich hätte mich vor einen Computer setzen und mich sogar mit der extremen Nachbearbeitung befassen können, aber daran hatte ich kein Interesse: Ich war auf der Suche nach etwas Materiellem.

Also beschloss ich, mich der analogen Fotografie und der Schwarzweißfotografie zuzuwenden. Ich folgte gewissermaßen einer umgekehrten fotografischen Reise in der Fotografie. Ich hatte die großen Fotografen der Vergangenheit vor Augen, wie Henri-Cartier-Bresson, Robert Capa und nicht zu vergessen Mario Giacomelli mit seinen tiefen Schwarztönen und blendenden Weißtönen. Eines Tages sah ich, im Arbeitszimmer meines Lehrers für analoge Fotografie, unter vielen Büchern, das über Nino Migliori, einen großartigen internationalen Fotografen aus Bologna: ich fing an, darin zu blättern, bis ich die Lucigrammi vor mir fand! Es war, als wäre ich vom Blitz getroffen worden! Ein Anstoß für die Kreativität! Mit einem Lichtstrich, schwarz auf grauem Hintergrund, hatte er am unteren Rand zweier gegenüberliegender Seiten einen aufsteigenden Christus gezeichnet. Ich verstand, was ich wollte und vor allem unbedingt tun musste: mit dem Licht zeichnen! Aber anstatt mich auf das Zeichnen zu beschränken, dachte ich sofort an das, was ich ausdrücken wollte,  die Szene in den einzelnen Elementen aufzubauen, die Materie (wie Papier, Pappe, Zellophan, Holz, Draht) zu manipulieren und mit der Wirkung von Licht darauf zu experimentieren. Experimentieren bedeutet, mehrmals zu versuchen, die Variablen von Zeit zu Zeit zu ändern, bis man das gewünschte Ergebnis erreicht. So entstanden zuerst die Filogrammi (der Protagonist der Komposition ist der Draht), Cellogrammi (der Protagonist ist Zellophan) und Fotogrammi im Allgemeinen unter dem festen Licht des Vergrößerers, dann die Lucigrammi unter einer Punktlichtquelle.

Es handelt sich um zwei unterschiedliche Techniken, mit denen man unterschiedliche Ideen ausdrücken kann. Mit den Lucigrammi, ich nenne sie lieber Luci-fotogrammi, konnte ich Volumen- und Bewegungseffekte erzeugen, die unter dem Licht des Vergrößerers weniger deutlich sichtbar sind. Die Effekte in den Luci-fotogrammi hängen von der Intensität und Geschwindigkeit der Lichteinwirkung sowie von der Entfernung vom Fotopapier ab. Daher ist es nach der Konzeption und Gestaltung notwendig, die Eigenschaften des anzuwendenden Lichts vorab zu visualisieren, um ein bestimmtes Bild zu erhalten: in der Dunkelkammer dauert die Lichtanwendung nur wenige Sekunden, nicht mehr! Ich persönlich führe alle Phasen des Prozesses, einschließlich des Drucks, in der Stille meiner Dunkelkammer aus. Ich muss deshalb schon alles im Kopf haben. Aber das Spannende daran ist, dass es, egal wieviel Planung und Logik ich hineinstecke, immer einen Hauch von Unvorhersehbarkeit (ich nenne es den „spiritello“ kleinen Geister-Effekt) geben wird: das weiße Blatt Fotopapier mit dem latenten Bild wird es langsam anzeigen, wenn es in den Entwickler eingetaucht wird.

Diese Magie macht jedes Werk einzigartig und nicht reproduzierbar.

Sonia

Habe ich Sie neugierig gemacht? Eine Liste meiner persönlichen Off-Kamera-Analogfotografie-Ausstellungen und Gemeinschaftsausstellungen finden Sie im Menü.

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